Nel mondo delle perizie e delle consulenze tecniche d’ufficio (CTU), capita spesso di chiedersi: il CTU può utilizzare documenti che non sono stati prodotti dalle parti in causa?
La domanda è tutt’altro che banale, perché tocca un principio cardine del processo civile: quello secondo cui sono le parti a dover fornire le prove e non il consulente del giudice.

Vediamo quindi come funziona la questione, quali eccezioni sono ammesse e quali limiti non possono essere superati.

Il principio generale: il CTU non può “andare in esplorazione

Nel processo civile, ogni parte deve produrre i documenti che ritiene utili alla propria posizione entro i termini fissati dal codice di procedura civile.

Il CTU, nominato dal giudice per fornire un parere tecnico, non ha poteri istruttori propri: deve limitarsi a esaminare gli atti già presenti nel fascicolo processuale.

In sostanza, non può cercare da sé nuovi documenti o acquisire materiale esterno per “aiutare” una delle parti a dimostrare le proprie ragioni. Farlo significherebbe violare il principio del contraddittorio e alterare l’equilibrio tra le parti.

Le eccezioni: quando è possibile usare documenti “nuovi”

Esistono però alcune eccezioni riconosciute dalla giurisprudenza, che rendono la regola più flessibile in casi particolari.

1. Consulenze contabili (art. 198 c.p.c.)

Nel caso di consulenze contabili, la legge consente al CTU di acquisire documenti non prodotti dalle parti, se questi sono necessari per rispondere ai quesiti tecnici.
Tuttavia, è fondamentale che le parti siano informate e d’accordo: il documento va messo a disposizione di tutti e citato chiaramente nella relazione peritale.

2. Documenti in possesso di enti pubblici o terzi

Se un documento è conservato da una Pubblica Amministrazione o da un soggetto terzo, il CTU può ottenerlo solo su ordine del giudice o su richiesta delle parti.
Ad esempio, visure catastali, estratti bancari o dati fiscali possono essere acquisiti legittimamente se il giudice ne autorizza l’accesso e se le parti vengono coinvolte nel procedimento.

3. Dati tecnici o accessori

Quando si tratta di semplici dati tecnici o informazioni di pubblico dominio (come parametri di mercato, tariffe, coefficienti o mappe catastali), il CTU può farne uso, purché li condivida con le parti e li indichi chiaramente nella relazione.

I limiti invalicabili

Ci sono, invece, dei confini che non possono essere superati:

Il CTU non può acquisire di propria iniziativa documenti che dimostrano fatti fondamentali della causa.

Non può utilizzare atti o prove non prodotti nei termini previsti, neanche se li ritiene “utili”.

Qualsiasi documento nuovo deve essere sempre comunicato alle parti e discusso in contraddittorio.

In caso contrario, la consulenza può essere dichiarata nulla e inutilizzabile ai fini del giudizio.

Cosa dice la Cassazione

La Corte di Cassazione, in più occasioni, ha chiarito che:

il CTU non può supplire alle carenze probatorie delle parti;

può però acquisire documenti da enti pubblici solo se il giudice lo autorizza e se il contraddittorio è rispettato;

l’uso di documenti non comunicati alle parti rende nulla la consulenza, anche se il giudice non se ne accorge subito.

Buone regole da seguire

Per evitare contestazioni o nullità, ecco alcune regole operative utili:

Chiarezza nel quesito: il giudice deve specificare con precisione cosa può e cosa non può fare il CTU.

Trasparenza: ogni documento acquisito va segnalato alle parti, spiegando perché è stato necessario.

Autorizzazione preventiva: in caso di dubbi, meglio chiedere al giudice un ordine formale.

Rispetto del contraddittorio: le parti devono sempre poter prendere visione e formulare osservazioni.

Attenzione ai limiti del ruolo tecnico: il CTU non è un investigatore, ma un ausiliario del giudice che fornisce supporto tecnico, non probatorio.

Conclusioni

L’attività del CTU deve restare trasparente, imparziale e rispettosa delle regole processuali.
La ricerca della verità tecnica non può mai scavalcare le garanzie di legge: il rispetto del contraddittorio e delle preclusioni è ciò che assicura la validità della consulenza e, in ultima analisi, la giustizia del processo.

Per questo motivo, è sempre consigliabile che il CTU comunichi ogni passaggio e mantenga un dialogo corretto con le parti, nel pieno rispetto dei principi di equità e legalità.

🔸 Il Team AIPED


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