Roma. Giovedì 16 maggio 2019, presso il CNEL, Ania, Cna, Confartigianato ed una ridotta rappresentanza di associazioni dei consumatori hanno inteso sottoscrivere un Protocollo denominato “Linee Guida per le Riparazioni a Regola d’Arte”. Purtroppo il contenuto è di segno decisamente differente.

Un documento distante dal dettato normativo cui si fa riferimento (l’art. 1 comma 10 della Legge 124/2017) ove è statuito che tali linee guida siano: […] definiscono d’intesa tra loro apposite linee guida finalizzate a determinare, gli strumenti, le procedure, le soluzioni realizzative e gli ulteriori parametri tecnici per l’effettuazione delle RIPARAZIONI A REGOLA D’ARTE […] sulla base di criteri oggetti e facilmente riscontrabili”.

Il tavolo di lavoro che ha sottoscritto l’accordo era composto da non tutte le associazioni maggiormente rappresentative gli autoriparatori, da non tutte le associazioni di consumatori e l’ANIA.

È mancata dunque la necessaria ed indifferibile presenza di tutte le parti utili ad un reale confronto ed una satisfattiva concertazione.

I primi dati tangibili e rilevabili dalla lettura del protocollo sono:

L’assenza di qualsivoglia contenuto tecnico!

La natura anti concorrenziale.

Il contenuto dell’accordo.

Un elenco di procedure che non riguardano direttamente le caratteristiche tecniche della riparazione dei veicoli a regola dell’arte ma che finisce invece per stabilire nuove modalità riguardanti le procedure di liquidazione del risarcimento del danno.

Carenze strutturali.

Nulla si dice su attrezzature con le quali eseguire le riparazioni.

Nulla si dice sui metodi per eseguirle.

Non vi è alcuna regolamentazione sull’utilizzo dei ricambi originali, alternativi o usati che condizionano il costo e l’efficienza delle riparazioni.

In buona sostanza un cavallo di Troia. Un involucro ben confezionato che nasconde ben altri contenuti.

L’obiettivo delle linee guida per le riparazioni a regola d’arte avrebbe dovuto contenere ben altre disposizioni.

Oltre a dare un seguito alle disposizioni del legislatore (obiettivo imprescindibile) avrebbe dovuto dare la possibilità al perito di stimare un danno in maniera più realistica, più prossima alla realtà, basandosi su validi strumenti (tempari con microtempi) e nel contempo “elastici o flessibili” ovvero che diano la possibilità di variare – con elementi giustificativi – la tempistica in relazione al grado di difficoltà dell’intervento riparativo.

Egual rilievo vale poi per il danneggiato.

Ma qualsivoglia considerazione in merito agli aspetti di natura giuridica le lasciamo a chi di dovere.

Chi ha firmato l’accordo sulle linee guida per le riparazioni a regola d’arte ha firmato un documento che ha come obiettivo la “canalizzazione di massa” dei veicoli sinistrati presso carrozzerie sottopagate!

Con questo accordo sono stati avallati gli evidenti interessi di alcune delle parti. Sono stati raccolti in questo documento vantaggi economici che vanno in una sola direzione.

Le carrozzerie che non saranno aderenti verranno discriminate perché non piegatesi ad un protocollo di natura consociativa.

Grosso pericolo è anche per noi periti in quanto il nostro intervento non è più richiesto se non a discrezione, indovinate di chi?!

 L’Aiped non si fermerà qui. Non intende mollare la presa, non solo per tutelare il futuro dei propri iscritti, ma soprattutto perché il tenore della previsione normativa è stato volutamente confuso con un accordo commerciale al fine di gestire la liquidazione del sinistro apparentemente più rapida, ma stravolgendo di fatto diritti fondamentali quali i diritti dei consumatori, il diritto degli autoriparatori ad ottenere dei riferimenti tecnici utili a certificare la propria opera, il diritto di difesa, ed altri ancora.

Roma, 21 maggio 2019

A.I.P.E.D.

4. Comunicato stampa Aiped del 21.05.19

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