Navigando in rete capita sempre più spesso di imbattersi in articoli che propagandano il “sistema di perizia in authority“.
Accade poi ancor più spesso di scovare proclami che hanno la pretesa di spiegare: “Cosa fa un perito assicurativo”.
La campagna di disinformazione che dilaga sui social non lascia indenne neppure questo settore.
E così che è persino successo di leggere che: “Il ruolo di un Perito Assicurativo sta nel determinare l’importo di copertura delle perdite per la quale la compagnia è responsabile”.
Per poi proseguire tra definizioni improprie ed imprecise sulle attività svolte dal perito sino a quella più sconcertante che prevede l’obbligatorietà dell’iscrizione ad un “Albo Professionale tenuto dall’IVASS”. In pratica, una rappresentazione della figura del perito assicurativo totalmente distorta che non va sottovalutata.
In realtà siamo costretti a precisare che l’attività di perito assicurativo è regolamentata ormai da tempo dal D.lgs. n. 209/2005 (Codice delle Assicurazioni private) che prevede l’obbligo di iscrizione al “Ruolo” e non ad un Albo per coloro che effettuano, professionalmente, l’accertamento e la stima dei danni alle cose danneggiate in conseguenza di incidenti derivanti dalla circolazione, dal furto, o dall’incendio di veicoli a motore o natanti soggetti al regime di assicurazione obbligatoria di responsabilità civile.
Il ruolo dei periti assicurativi non è tenuto dall’IVASS, bensì dalla CONSAP. Al link seguente troverete ulteriori dettagli per l’accesso al ruolo (link).
Ma torniamo per un attimo alla premessa. Oggi si è diffusa in maniera esponenziale la terminologia “perizia in authority”.
Cosa significa perizia in authority?
La perizia in authority, detta anche a “distanza”, è un concetto ormai di tendenza nel mondo rc auto. Questo pseudo metodo di valutazione consiste nello stimare i danni subiti da un veicolo danneggiato basandosi:
- attraverso la documentazione fotografica fornita (in genere dal carrozziere convenzionato) e valutata da un perito o un team di periti attraverso la sola lettura fotografica dei dati senza l’accertamento diretto del veicolo danneggiato.
- attraverso il metodo della “video perizia“. Un concetto nuovo che consente al danneggiato, direttamente ed in prima persona, di effettuare la perizia. Il tutto sotto la guida di un tecnico (perito/liquidatore) collegato tramite un’applicazione che consente la videochiamata.
In definita, la perizia in real-time, consentirebbe al perito di effettuare una stima del danno e, quindi, proporre al danneggiato un risarcimento del danno che potrà essere accettato all’istante.
Pubblicità ingannevole?
Ricercando in rete le parole “perizia in authority” si trovano diversi siti di “team peritali” che tra slogan, réclame e autoproclamazioni, decantano la rapidità nell’espletamento dell’incarico, una riduzione significativa dei costi medi dei danni, puntualità nella liquidazione dei danni.
Il sistema di perizia in “authority”, ovvero la sistematica strumentalizzazione della stima dei veicoli ai fini commerciali delle compagnie assicurative, non può essere chiamato perizia!
È al massimo un accertamento della effettiva esistenza di un danno che dovrà, però poi essere necessariamente stimato de visu.
Una stima, in senso tecnico e giuridicamente valevole, dovrà essere espletata con ben altre modalità.
Il rilievo eseguito in authority (vale a dire senza l’accertamento diretto del veicolo) risulta di conseguenza una valutazione del danno parziale e superficiale.
Una perizia senza l’esame diretto dei danni subiti dal veicolo (che chiamiamo perizia apparente) risulta del tutto superficiale e quindi lontana dalla realtà. Tralasciando, per ora, i rischi legati alla attendibilità di quelle immagini, alla possibilità che siano oggetto di manomissione e via dicendo.
Questo modo di operare conduce a diverse gravi conseguenze, tra queste in primis:
- il risarcimento è inferiore alla spesa necessaria per le riparazioni;
- il ruolo del perito è annullato (perito fantasma);
- il riparatore è costretto a lavorare con un budget di risorse limitato da cui conseguono delle riparazioni non eseguite a regola d’arte.
L’involuzione del perito non conosce tregua. Queste presunte innovazioni, come già altre nel corso degli anni, oltre che tecnicamente inidonee, contribuiscono a diminuire ulteriormente l’utilizzo dei periti con gravi riduzioni di lavoro. Qui non parliamo più solo di mancanza di terzietà, di assenza della dovuta diligenza ma di vera e propria carenza di elementi tecnici.
Sempre di più risulta evidente che un debitore (le compagnie assicurative) assumono una posizione unica nel suo genere. Quella di arrogarsi il diritto di decidere quanto pagare, in che misura. Scegliendo arbitrariamente anche il metodo di quantificazione.
Tutto come sempre, in barba al disposto normativo.
A.I.P.E.D.
Copyright © foto: Jakub Gojda