Normativa utile, ma gli onorari vanno rivisti verso l’alto.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentato dal Governo Draghi, ha il sì dell’Unione Europea: quindi, arriveranno i prestiti europei per il rilancio dell’Italia post Covid.

Ma l’UE impone determinate riforme affinché il nostro Paese si modernizzi. In quest’ottica, si inquadra un recente disegno legge (ddl) che fa scattare la rivoluzione normativa per il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU).

Vediamo le tempistiche. Il 21 settembre 202 il Senato ha approvato il ddl. Il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi. Quindi, prima la legge, poi un anno, quindi i decreti.

Cosa fanno questi futuri decreti? Prevedono il riassetto formale e sostanziale del processo civile. Cambiando il Codice di procedura civile e le leggi processuali speciali. L’obiettivo imposto dall’UE è semplice. Semplificare, snellire, velocizzare il processo civile. No alla paralisi causata dalla burocrazia. Ovviamente, e ci mancherebbe, resta la garanzia del contraddittorio. Con più strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti.

In concreto, cosa cambia per il Consulente Tecnico d’Ufficio? Anzitutto, si crea un albo nazionale unico: qui, magistrati e avvocati possono accedere per ricercare le figure professionali più adeguate al caso specifico. Si istituiscono, presso le corti d’appello, commissioni di verifica: controlleranno la regolarità delle nomine.

Si rivede inoltre il percorso di iscrizione dei Consulenti presso i tribunali: sì all’accesso alla professione anche ai più giovani. Inoltre, si distinguono varie figure professionali, con percorsi formativi differenti: si favorisce la formazione di associazioni nazionali di riferimento. Viene poi favorita la mobilità dei professionisti tra le diverse corti d’appello, e la formazione continua dei consulenti tecnici e periti. Si tutela la salute, la gravidanza o le situazioni contingenti che possono verificarsi nel corso dell’anno lavorativo.

Indubbiamente, una rivoluzione positiva. Ma c’è un ma. Da una parte, abbiamo una sempre maggiore professionalizzazione dei CTU. Dall’altra, gli onorari dei CTU sono bloccati dal 2002. Quando vennero fissati con decreto del Ministero della Giustizia. Sarebbe opportuno e ragionevole rivedere verso l’alto gli onorari, in virtù di maggiori competenze e di un costo della vita che nel frattempo è salito a dismisura.

Va evidenziato che i CTU svolgeranno, ancora più che prima, una funzione pubblica di enorme valore. Per il supporto del sistema giudiziario. A un meccanismo trasparente e meritocratico di reclutamento dei consulenti tecnici, va associato un legittimo aumento degli onorari. Premiare le competenze. Visto che la base di partenza è davvero minima, per non dire imbarazzante.

L’A.I.P.E.D.

1 commento

  1. Come al solito è la genericità di quest articolo il reale valore aggiunto. Di quello che manca per porre fine alle “incongruenze di giustizia” emergenti , come al solito non si parla. In realtà ci sono due fattori determinanti che si contrappongono sull’argomento, ovvero due libertà intrecciate tra loro. Il metodo d’assegnazione di incarichi per CTU, pur non avendo teoricamente un apparente “anomalia”, in pratica funziona male, ovvero il criterio è la ratio, non sono equiparati alla realtà. Quello che è un potere indiscusso del Giudice finisce con lo sfociare (senza sindacare sui motivi) in una vera e propria ingiustizia, inaccettabile per il luogo d’applicazione e per la totale equità e trasparenza che dovrebbe esprimere….. Traendo le conclusioni e senza “violare” il principio del libero arbitrio riservato all’attività di Giudice, non si vede il motivo per il quale l’assegnazione d’incarichi di CTU non debba seguire un criterio ed un sistema più trasparente, onde garantire la rotazione degli incarichi disponibili senza ledere le aspettative di nessuno. Sarebbe quindi auspicabile modificare la procedura facendo in modo che il Giudice, manifestata la necessità dell’intervento di un CTU nel giudizio, anziché conferire “a mente o a piacere” l’incarico, ne trasferisca la necessità alla cancelleria in modo che questa, curando gli interessi di giustizia (quindi la turnazione), metta a disposizione l’elenco in graduatoria dei consulenti disponibili, dal quale poter scegliere l’ausiliario di cui necessita. Ovviamente il compito di controllo sull’equita’ riservato al Presidente del Tribunale non andrà eluso ed eventuali responsabilità derivanti da una mancata equità potranno essere facilmente individuate e segnalate. In tutto ciò (che il regolamento già ci mette a disposizione) s’inseriscono “fattori” di degenerazione, baipassaggio, ecc. Sono anni che chiedo ai “disinteressati” colleghi di attivare un comitato che si prenda l’onere, verificando con dovizia, le chiare sperequazioni emergenti in modo da chiedere un ufficiale ed autorevole intervento del responsabile (Presidente del Tribunake) perché prenda, se del cado i necessari correttivi….. ecc. MA QUANDO SI PARLA AI PP.AA. DI USCIRE DAL PROPRIO ORTICELLO PER PERSEGUIRE FONDAMENTALI INTERESSI COMUNI…. “quel giorno hanno tutti ( o quasi) un ” inderogabile impegno”…. PARABOLA SIGNIFICAT:
    Ognuno continua contemporaneamente sia a lamentarsi che a farsi i ca..i suoi…. Se qualcuno vuole…. parliamone pure.

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